Quando la ragazza che ti piace ti rivolge uno sguardo avvampi, diventando tutto rosso. Vorresti parlarle, magari. Ma ti senti bloccato, non sapresti davvero cosa dirle per tentare un approccio.
Alle feste te ne stai in disparte.
Ogni volta che ti chiamano in causa per qualcosa, ti senti subito messo sottopressione e hai paura di sbagliare e fare una figuraccia.
La timidezza, purtroppo, spesso ci impedisce di vivere al pieno delle nostre possibilità.
Ma cos’è questa emozione che ci condiziona così tanto?
Una definizione della timidezza
Definire in modo preciso e univoco la timidezza è molto complicato.
Potremmo dire che è una difficoltà che si manifesta negli incontri e nelle occasioni sociali, quando dobbiamo interagire con gli altri. Le persone timide spesso si sentono insicure, non riescono a farsi avanti, a intavolare una conversazione con un estraneo, a stringere legami con nuove persone, cosa che preclude la possibilità di fare amicizia o di innamorarsi.
La timidezza non è certo una patologia. Spesso, però, può causare molta sofferenza nell’individuo che non si sente adeguato e può tendere al ritiro sociale, all’evitamento delle situazioni che lo fanno sentire a disagio e quindi all’isolamento.
Bisogna evidenziare che timidezza e introversione non sono sinonimi.
La timidezza, di solito, è accompagnata e causata dal timore per il giudizio negativo degli altri. L’introversione, invece, si lega a una preferenza per le situazioni meno sociali, senza che ciò sia innescato da disagio o paura rispetto al contatto con gli altri.
Cause della timidezza
Si tende spesso a pensare che la timidezza sia un fatto caratteriale. Quante volte ci sarà capitato di giustificare un nostro atteggiamento dicendo “Sono timido/Sono timida”?
In verità, questo è vero soltanto in parte.
Nasciamo timidi? Sì e no.
È risaputo che alcuni lati della nostra personalità dipendono dai geni, sono biologicamente determinate. Tutte queste tendenze innate forma quello che in psicologia viene definito “temperamento”.
Alcuni studi dimostrano che per la timidezza esiste una predisposizione genetica.
Tuttavia, i fattori genetici sembrano giocare soltanto un ruolo marginale, pari a circa il 30%. Ciò che risulta maggiormente determinante è l’ambiente entro il quale cresciamo e il tipo di esperienze che facciamo, attraverso le quali apprendiamo determinati comportamenti.
Il tipo di legame di attaccamento che sviluppiamo nel corso dell’infanzia con le persone per noi più importanti può influire sulla percezione di noi stessi, sull’immagine che creiamo di noi e degli altri, rendendoci più o meno sicuri.
Allo stesso modo, anche il modo in cui veniamo educati fin da bambini influisce sul nostro futuro atteggiamento rispetto agli altri e alla vita.
Uno stile educativo autoritario, troppo improntato alla severità, alle regole e alla disciplina e poco comprensivo rispetto ai bisogni emotivi del figlio, che viene continuamente sottoposto a rimproveri e critiche, può ingenerare nel bambino un forte senso di inferiorità, insicurezza e poca stima di sé.
Ma anche uno stile educativo iperansioso, caratterizzato dalla costante preoccupazione per l’incolumità del proprio figlio, può causare gravi problemi al bambino che viene bombardato da messaggi capaci di trasmettergli ansia. Il risultato è un adulto ansioso, timido, pauroso e alla costante ricerca di rassicurazioni.
Come superare la timidezza
Arriviamo, dunque, al cuore della questione: come fare ad andare oltre la paura, superando la propria timidezza?
Ecco qualche piccolo consiglio pratico per provare a uscire dal guscio.
Non definirti timido
Le parole che rivolgi a te stesso influenzano profondamente il modo in cui ti relazioni con il mondo esterno. Questo dialogo interiore è fondamentale. Cerca di essere paziente, comprensivo, di usare parole gentili.
Parti dall’immagine che hai di te: non definirti timido, insicuro o impacciato.
Pensa, piuttosto, che in alcune situazioni ti sei sentito in quel modo. Ma, in altre, sei riuscito a sfoderare tutte le tue abilità, sei stato brillante e divertente.
Non evitare le situazioni sociali
Anche se ti rende nervoso e ti agitano, non evitare quella cena o quell’incontro.
Esponiti.
Cerca di non chiuderti a riccio su te stesso ed esci lentamente dalla tua comfort zone. Ogni volta che affronti queste piccole prove, riuscirai a rafforzare la tua autostima, disconfermando l’immagine negativa che hai di te stesso come un individuo insicuro e incapace.
Tieni a mente i tuoi pregi
Invece di fissarti su quello che non sai fare, continuando a ripeterti che non hai nulla da dare agli altri, che ti troveranno noioso o penseranno che sei uno sfigato, fai leva sui tuoi punti di forza.
Considera i tuoi successi, le tue buone qualità.
Potrebbe rivelarsi utile prendere nota di tutto questo, stilando una sorta di piccolo promemoria. Spesso, infatti, tendiamo a focalizzarci sugli aspetti negativi delle cose, dimenticando tutto il resto.
Ricorda: gli altri non ti stanno guardando
Probabilmente quando esci con qualcuno o incontri uno sconosciuto, non riesci a fare la tua mossa perché pensi: “Cavolo, e se faccio una figuraccia?”. Senti costantemente lo sguardo degli altri addosso. Pensi che giudichino ogni tua parola o gesto, che siano sempre lì pronti a notare le tue gaffe.
In realtà, non è così.
Quello che senti è il tuo stesso sguardo.
- Se gli spunti che hai trovato nel corso delle tue letture e ricerche non ti sembrano sufficienti.
- Se lotti da tempo con una timidezza che ti impedisce di sentirti pienamente realizzato nelle relazioni con gli altri
- Se pensi di non riuscire a farcela da solo
Allora forse è il caso di rivolgersi a un professionista come uno psicologo o uno psicoterapeuta per intraprendere un percorso. Sicuramente potranno esserti utili le informazioni presenti sul sito www.psicologoeur.com, sito di psicologia gestito dal dottor Manuel Marco Mancini, psicologo a Roma Eur. All’interno del portale, potrai trovare un interessante articolo dedicato alla differenza tra timidezza e ansia sociale.